Mercoledì 24 gennaio 1996
[115] 1. «I libri dell'Antico Testamento descrivono
la storia della salvezza, nella quale lentamente viene preparandosi la venuta
di Cristo nel mondo. E questi primi documenti, come sono letti nella Chiesa
e sono capiti alla luce dell'ulteriore e piena rivelazione, passo passo mettono
sempre più chiaramente in luce la figura di una donna: la madre del Redentore».1
Con queste affermazioni il Concilio Vaticano II ci
ricorda come la figura di Maria si sia venuta delineando fin dagli inizi della
storia della salvezza. Essa si intravede già nei testi dell'Antico Testamento,
ma si comprende pienamente solo quando questi «sono letti nella Chiesa»
e capiti alla luce del Nuovo Testamento.
Lo Spirito Santo, infatti, ispirando i diversi autori
umani, ha orientato la Rivelazione anticotestamentaria verso Cristo, che sarebbe
venuto al mondo dal grembo della Vergine Maria.
2. Fra le parole bibliche che hanno preannunziato
la Madre del Redentore, il Concilio cita anzitutto quelle con le quali Dio,
dopo la caduta di Adamo ed Eva, rivela il suo piano di salvezza. Il Signore
dice al serpente, figura dello spirito del male: «Io porrò inimicizia
tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la
testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,15).
Tali espressioni, denominate dalla tradizione cristiana,
fin dal secolo XVI, «Protovangelo», cioè prima Buona Novella, lasciano
intuire la [116] volontà salvifica di Dio sin dalle origini dell'umanità. Infatti,
di fronte al peccato, secondo la narrazione dell'autore sacro, la prima reazione
del Signore non è quella di castigare i colpevoli, ma di aprire loro una prospettiva
di salvezza e di coinvolgerli attivamente nell'opera redentrice, mostrando la
sua grande generosità anche verso chi lo aveva offeso.
Le parole del Protovangelo rivelano, inoltre, il singolare
destino della donna che, pur avendo preceduto l'uomo nel cedere alla tentazione
del serpente, diventa poi, in virtù del piano divino, la prima alleata di Dio.
Eva era stata l'alleata del serpente per trascinare l'uomo nel peccato. Dio
annuncia che, capovolgendo questa situazione, Egli farà della donna la nemica
del serpente.
3. Gli esegeti sono ormai concordi nel riconoscere
che il testo della Genesi, secondo l'originale ebraico, attribuisce l'azione
contro il serpente non direttamente alla donna, ma alla stirpe di lei. Il testo
dà comunque un grande risalto al ruolo che ella svolgerà nella lotta contro
il tentatore: il vincitore del serpente sarà, infatti, sua progenie.
Chi è questa donna? Il testo biblico non riferisce
il suo nome personale, ma lascia intravedere una donna nuova, voluta da Dio
per riparare la caduta di Eva: ella è chiamata, infatti, a restaurare il ruolo
e la dignità della donna e a contribuire al cambiamento del destino dell'umanità,
collaborando mediante la sua missione materna alla vittoria divina su satana.
4. Alla luce del Nuovo Testamento e della tradizione
della Chiesa, sappiamo che la donna nuova annunciata dal Protovangelo è Maria,
e riconosciamo nella «sua stirpe» (Gen 3,15), il figlio, Gesù, trionfatore
nel mistero della Pasqua sul potere di satana.
Osserviamo altresì che l'inimicizia, posta da Dio
fra il serpente e la donna, si realizza in Maria in duplice modo. Alleata perfetta
di Dio e nemica del diavolo, ella fu sottratta completamente al dominio di satana
nell'immacolato concepimento, quando fu plasmata nella grazia dallo Spirito
Santo e preservata da ogni macchia di peccato. Inoltre, associa[117]ta all'opera
salvifica del Figlio, Maria è stata pienamente coinvolta nella lotta contro
lo spirito del male.
Così, i titoli di Immacolata Concezione e di Cooperatrice
del Redentore, attribuiti dalla fede della Chiesa a Maria per proclamare la
sua bellezza spirituale e la sua intima partecipazione all'opera mirabile della
redenzione, manifestano l'opposizione irriducibile fra il serpente e la nuova
Eva.
5. Esegeti e teologi ritengono che la luce della
nuova Eva, Maria, dalle pagine della Genesi si proietti su tutta l'economia
della salvezza, e vedono già in quel testo il legame tra Maria e la Chiesa.
Noi qui rileviamo con gioia che il termine «donna», usato in forma
generica dal testo della Genesi, spinge ad associare alla Vergine di Nazaret
e al suo compito nell'opera della salvezza specialmente le donne, chiamate,
secondo il disegno divino, ad impegnarsi nella lotta contro lo spirito del male.
Le donne che, come Eva, potrebbero cedere alla seduzione
di satana, dalla solidarietà con Maria ricevono una forza superiore per combattere
il nemico, diventando le prime alleate di Dio sulla via della salvezza.
Questa alleanza misteriosa di Dio con la donna si
manifesta in forme molteplici anche ai nostri giorni: nell'assiduità delle donne
alla preghiera personale e al culto liturgico, nel servizio della catechesi
e nella testimonianza della carità, nelle numerose vocazioni femminili alla
vita consacrata, nell'educazione religiosa in famiglia...
Tutti questi segni costituiscono un'attuazione molto
concreta dell'oracolo del Protovangelo. Esso, infatti, suggerendo un'estensione
universale del vocabolo «donna», entro e oltre i confini visibili
della Chiesa, mostra che la vocazione unica di Maria è inseparabile dalla vocazione
dell'umanità e, in particolare, da quella di ogni donna, che s'illumina alla
missione di Maria, proclamata prima alleata di Dio contro satana e il male.
NOTE
1 Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 55.
Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XX/1 (1996) p. 115-117
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