Mercoledì 4 settembre 1996
[271] 1. Le parole di Maria nell'Annunciazione: «Eccomi sono la serva del
Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38) evidenziano un
atteggiamento caratteristico della religiosità ebraica. Mosè,
agli inizi dell'Antica Alleanza, in risposta alla chiamata del Signore, si era
proclamato suo servo (cf. Es 4,10; 14,31). All'avvento della Nuova Alleanza,
anche Maria risponde a Dio con un atto di libera sottomissione e di consapevole
abbandono alla sua volontà, manifestando piena disponibilità ad
essere la «serva del Signore».
La qualifica di «servo» di Dio accomuna nell'Antico Testamento tutti
coloro che sono chiamati ad esercitare una missione in favore del popolo eletto:
Abramo (Gn 26,24), Isacco (Gn 24,14), Giacobbe (Es 32,13; Ez 37,25), Giosuè
(Gs 24,29), Davide (2Sam 7,8, ecc.).
Sono servi anche i profeti e i sacerdoti, cui è affidato il compito di
formare il popolo al fedele servizio del Signore. Il libro del profeta Isaia
esalta nella docilità del «Servo sofferente» un modello di
fedeltà a Dio nella speranza di riscatto per i peccati della moltitudine
(cf. Is 42-53). Esempi di fedeltà offrono anche alcune donne, come la
regina Ester, che, prima di intercedere per la salvezza degli Ebrei, rivolge
una preghiera a Dio, chiamandosi più volte «la tua serva»
(Est 4,17).
[272] 2. Maria, la «piena di grazia», proclamandosi «serva del
Signore» intende impegnarsi a realizzare personalmente in modo perfetto
il servizio che Dio attende da tutto il suo popolo.
Le parole: «Eccomi, sono la serva del Signore» preannunciano Colui
che dirà di se stesso: «Il Figlio dell'uomo non è venuto
per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»
(Mc 10,45; cf. Mt 20,28). Lo Spirito Santo realizza, così, tra la Madre
e il Figlio un'armonia di intime disposizioni, che consentirà a Maria
di assumere pienamente il suo ruolo materno presso Gesù, accompagnandolo
nella sua missione di Servo.
Nella vita di Gesù la volontà di servire è costante e sorprendente:
come Figlio di Dio, egli infatti avrebbe potuto con ragione farsi servire. Attribuendosi
il titolo di «Figlio dell'uomo», a proposito del quale il libro
di Daniele afferma: «Tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano»
(Dn 7,14), avrebbe potuto pretendere di dominare sugli altri. Invece, combattendo
la mentalità del tempo espressa dall'aspirazione dei discepoli per i
primi posti (cf. Mc 9,34) e dalla protesta di Pietro durante la lavanda dei
piedi (cf. Gv 13,6), Gesù non vuole essere servito, ma desidera servire
fino a donare totalmente la propria vita nell'opera della redenzione.
3. Anche Maria, pur consapevole dell'altissima dignità conferitale,
all'annuncio dell'angelo spontaneamente si dichiara «serva del Signore».
In questo impegno di servizio essa include anche il proposito di servire il
prossimo, come dimostra il collegamento tra gli episodi dell'Annunciazione e
della Visitazione: informata dall'angelo che Elisabetta attende la nascita di
un figlio, Maria si mette in viaggio e raggiunge «in fretta» (Lc
1,39) la Giudea per aiutare la sua parente nei preparativi della nascita del
bambino con piena disponibilità. Essa offre così ai cristiani
di tutti i tempi un sublime modello di servizio.
[273] Le parole: «Avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38) mostrano
in Colei che si è dichiarata serva del Signore una totale obbedienza
alla volontà di Dio. L'ottativo genoito, «avvenga», usato
da Luca, esprime non solo accettazione, ma convinta assunzione del progetto
divino, fatto proprio con l'impegno di tutte le risorse personali.
4. Conformandosi al divino volere, Maria anticipa e fa proprio l'atteggiamento
di Cristo che, secondo la Lettera agli Ebrei, entrando nel mondo, dice: «Tu
non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai
preparato... Allora ho detto: Ecco, io vengo... per fare, o Dio, la tua volontà»
(Eb 10,5-7; Sal 40 (39),7-9).
La docilità di Maria annuncia e prefigura, altresì, quella espressa
da Gesù nel corso della sua vita pubblica fino al Calvario. Cristo dirà:
«Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e
compiere la sua opera» (Gv 4,34). In questa stessa linea Maria fa della
volontà del Padre il principio ispiratore di tutta la propria esistenza,
ricercando in essa la forza necessaria al compimento della missione affidatale.
Se al momento dell'Annunciazione Maria non conosce ancora il sacrificio che
caratterizzerà la missione di Cristo, la profezia di Simeone le farà
intravedere il tragico destino del Figlio (cf. Lc 2,34-35).
La Vergine vi si associerà con intima partecipazione. Con la sua totale
obbedienza alla volontà divina, Maria è pronta a vivere tutto
ciò che l'amore divino progetta per la sua esistenza, fino alla «spada»
che trafiggerà la sua anima.
Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XIX/2 (1996) p. 271-273
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