Mercoledì 8 gennaio 1997
[29] 1. Le parole del vecchio Simeone, annunziando a Maria la sua partecipazione
alla missione salvifica del Messia, pongono in luce il ruolo della donna nel
mistero della redenzione.
Maria, infatti, non è solo una persona individuale, ma è anche
la «figlia di Sion», la donna nuova posta accanto al Redentore per
condividerne la passione e generare nello Spirito i figli di Dio. Tale realtà
è espressa dalla rappresentazione popolare delle «sette spade»
che trapassano il cuore di Maria: la raffigurazione evidenzia il profondo legame
tra la madre, che sidentifica con la figlia di Sion e con la Chiesa, e
il destino di dolore del Verbo incarnato.
Restituendo il Figlio, appena ricevuto da Dio, per consacrarlo alla sua missione
di salvezza, Maria consegna anche se stessa a tale missione. Si tratta di un
gesto di interiore condivisione che non è solo frutto del naturale affetto
materno, ma esprime soprattutto il consenso della donna nuova allopera
redentrice di Cristo.
2. Nel suo intervento Simeone indica la finalità del sacrificio di
Gesù e della sofferenza di Maria: questi avverranno «perché
siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2,35).
Gesù «segno di contraddizione» (Lc 2,34), che coinvolge la
madre nella sua sofferenza, condurrà gli uomini a prendere posizione
nei suoi con[30]fronti, invitandoli ad una decisione fondamentale. Egli, infatti,
«è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele»
(Lc 2,34).
Maria è dunque unita al suo divin Figlio nella «contraddizione»,
in vista dellopera della salvezza. Esiste sicuramente il rischio di rovina
per chi rifiuta il Cristo, ma effetto meraviglioso della redenzione è
la risurrezione di molti. Questo solo annunzio accende una grande speranza nei
cuori ai quali già testimonia il frutto del sacrificio.
Ponendo sotto lo sguardo della Vergine queste prospettive della salvezza prima
dellofferta rituale, Simeone sembra suggerire a Maria di compiere quel
gesto per contribuire al riscatto dellumanità. Di fatto egli non
parla con Giuseppe né di Giuseppe: il suo discorso è rivolto a
Maria, che egli associa al destino del Figlio.
3. La priorità cronologica del gesto di Maria non offusca il primato
di Gesù. Il Concilio Vaticano II, definendo il ruolo di Maria nelleconomia
della salvezza, ricorda che Ella «consacrò se stessa... alla persona
e allopera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto
di Lui e con Lui».1
Nella presentazione al tempio di Gesù, Maria serve al mistero della redenzione
sotto Cristo e con Cristo: è Lui infatti il protagonista della salvezza,
che deve essere riscattato con lofferta rituale. Maria è unita
al sacrificio del Figlio dalla spada che Le trafiggerà lanima.
Il primato di Cristo non annulla, ma sostiene ed esige il ruolo proprio e insostituibile
della donna.
Coinvolgendo la madre nel proprio sacrificio, Cristo intende rivelare le profonde
radici umane di esso e mostrare unanticipazione dellofferta sacerdotale
della croce.
Lintenzione divina di sollecitare limpegno specifico della donna
nellopera redentrice risulta dal fatto che la profezia di Simeone è
rivolta solo a Maria, nonostante che anche Giuseppe sia partecipe del rito dellofferta.
4. La conclusione dellepisodio della presentazione di Gesù al
tempio sembra confermare il significato e il valore della presenza fem[31]minile
nelleconomia della salvezza.
Lincontro con una donna, Anna, conclude questi momenti singolari, in cui
lAntico Testamento quasi si consegna al Nuovo.
Come Simeone, questa donna non è una persona socialmente importante nel
popolo eletto, ma la sua vita sembra possedere un alto valore agli occhi di
Dio. San Luca la chiama «profetessa», probabilmente perché
consultata da molti a motivo del suo dono di discernimento e per la santa vita
condotta sotto lispirazione dello Spirito del Signore.
Anna è avanzata in età, avendo ottantaquattro anni ed è
vedova da molto tempo. Totalmente consacrata a Dio, «non si allontanava
mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere» (Lc
2,37). Ella rappresenta quanti, avendo vissuto intensamente lattesa del
Messia, sono in grado di accogliere il compimento della Promessa con gioiosa
esultanza. LEvangelista riferisce che, «sopraggiunta in quel momento,
si mise anche lei a lodare Dio» (Lc 2,38).
Dimorando abitualmente nel Tempio, Ella ha potuto, forse con maggior facilità
di Simeone, incontrare Gesù al tramonto di una esistenza dedicata al
Signore e impreziosita dallascolto della Parola e dallorazione.
Agli albori della Redenzione, possiamo scorgere nella profetessa Anna tutte
le donne che, con la santità della vita e in orante attesa, sono pronte
ad accogliere la presenza di Cristo e a lodare ogni giorno Dio per le meraviglie
operate dalla sua eterna misericordia.
5. Prescelti per lincontro con il Bambino, Simeone ed Anna vivono intensamente
tale dono divino, condividono con Maria e Giuseppe la gioia della presenza di
Gesù e la diffondono nel loro ambiente. Anna specialmente dimostra uno
zelo magnifico nel parlare di Gesù, testimoniando in tal modo la sua
fede semplice e generosa. Fede che prepara gli altri ad accogliere il Messia
nella loro esistenza.
Lespressione di Luca: «Parlava del bambino a quanti aspettavano
la redenzione di Gerusalemme» (Lc 2,38), sembra accreditarla come simbolo
[32] delle donne che, dedicandosi alla diffusione del Vangelo, suscitano ed alimentano
speranze di salvezza.
NOTE
1 Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 56.
Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XX/1 (1997) p. 29-32
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