Mercoledì 25 giugno 1997
[1608] 1. Circa la conclusione della vita terrena di Maria, il Concilio riprende
i termini della Bolla di definizione del dogma dell'Assunzione ed afferma: «L'Immacolata
Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso
della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in corpo e anima».1 Con questa formula la Costituzione dogmatica Lumen gentium, seguendo il mio
Venerato Predecessore Pio XII, non si pronuncia sulla questione della morte
di Maria. Pio XII tuttavia non intese negare il fatto della morte, ma soltanto
non giudicò opportuno affermare solennemente, come verità che
doveva essere ammessa da tutti i credenti, la morte della Madre di Dio.
Alcuni teologi, in verità, hanno sostenuto l'esenzione della Vergine
dalla morte e il suo passaggio diretto dalla vita terrena alla gloria celeste.
Tuttavia questa opinione è sconosciuta fino al XVII secolo, mentre in
realtà esiste una tradizione comune che vede nella morte di Maria la
sua introduzione alla gloria celeste.
2. È possibile che Maria di Nazaret abbia sperimentato nella sua carne il
dramma della morte? Riflettendo sul destino di Maria e sul suo rapporto con
il divin Figlio, sembra legittimo rispondere affermativamente: dal momento che
Cristo è morto, sarebbe difficile sostenere il contrario per la Madre.
In questo senso hanno ragionato i Padri della Chiesa, che non hanno avuto dubbi
al riguardo. Basti citare san Giacomo di Sarug († 521), se[1609]condo il quale «il
coro dei dodici Apostoli» quando per Maria giunse «il tempo di camminare
sulla via di tutte le generazioni», la via cioè della morte, si
raccolse per seppellire «il corpo virgineo della Benedetta».2 San Modesto di Gerusalemme († 634), dopo aver ampiamente parlato della «beatissima
dormizione della gloriosissima Genitrice di Dio», conclude il suo «encomio»
esaltando l'intervento prodigioso di Cristo che «la risuscitò dal
sepolcro» per assumerla con sé nella gloria.3 San Giovanni Damasceno
(† 704), per parte sua, si chiede: «Come mai colei che nel parto passò
sopra tutti i limiti della natura, ora si piega alle sue leggi e il suo corpo
immacolato viene sottoposto alla morte?». E risponde: «Bisognava
certo che la parte mortale venisse deposta per rivestirsi di immortalità,
poiché anche il padrone della natura non ha rifiutato l'esperienza della
morte.
Egli, infatti, muore secondo la carne e con la morte distrugge la morte, alla
corruzione elargisce l'incorruttibilità e il morire lo fa sorgente di
risurrezione».4
3. È vero che nella Rivelazione la morte è presentata come castigo
del peccato. Tuttavia il fatto che la Chiesa proclami Maria liberata dal peccato
originale per singolare privilegio divino non porta a concludere che Ella abbia
ricevuto anche l'immortalità corporale. La Madre non è superiore
al Figlio, che ha assunto la morte, dandole nuovo significato e trasformandola
in strumento di salvezza.
Coinvolta nell'opera redentrice e associata all'offerta salvatrice di Cristo,
Maria ha potuto condividere la sofferenza e la morte in vista della redenzione
dell'umanità. Anche per Lei vale quanto Severo d'Antiochia afferma a
proposito di Cristo: «Senza una morte preliminare, [1610] come potrebbe aver
luogo la risurrezione?».5 Per essere partecipe della risurrezione di
Cristo, Maria doveva condividerne anzitutto la morte.
4. Il Nuovo Testamento non fornisce alcuna notizia sulle circostanze della
morte di Maria. Questo silenzio induce a supporre che essa sia avvenuta normalmente,
senza alcun particolare degno di menzione. Se così non fosse stato, come
avrebbe potuto la notizia restare nascosta ai contemporanei e non giungere,
in qualche modo, fino a noi?
Quanto alle cause della morte di Maria, non sembrano fondate le opinioni che
vorrebbero escludere per Lei cause naturali. Più importante è
la ricerca dell'atteggiamento spirituale della Vergine al momento della sua
dipartita da questo mondo. A tale proposito, san Francesco di Sales ritiene
che la morte di Maria sia avvenuta come effetto di un trasporto d'amore. Egli
parla di un morire «nell'amore, a causa dell'amore e per amore»,
giungendo perciò ad affermare che la Madre di Dio morì d'amore
per suo figlio Gesù.6
Qualunque sia stato il fatto organico e biologico che causò, sotto l'aspetto
fisico, la cessazione della vita del corpo, si può dire che il passaggio
da questa all'altra vita fu per Maria una maturazione della grazia nella gloria,
così che mai come in quel caso la morte poté essere concepita
come una «dormizione».
5. In alcuni Padri della Chiesa troviamo la descrizione di Gesù stesso
che viene a prendere sua madre nel momento della morte, per introdurla nella
gloria celeste.
Essi presentano, così, la morte di Maria come un evento d'amore che l'ha
condotta a raggiungere il suo divin Figlio per condividerne la vita immortale.
Alla fine della sua esistenza terrena, Ella avrà sperimentato, come Paolo
e più di lui, il desiderio di essere sciolta dal corpo per essere con
Cristo per sempre (cf. Fil 1,23).
L'esperienza della morte ha arricchito la persona della Vergine: passando per
la comune sorte degli uomini, Ella è in grado di esercitare con più
efficacia la sua maternità spirituale verso coloro che giungono all'ora
suprema della vita.
NOTE
1 Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 59.
2 San Giacomo di Sarug, Discorso sulla sepoltura della Santa Genitrice di
Dio, 87-99 in C. Vona, Lateranum 19 (1953), 188.
3 San Modesto di Gerusalemme, Enc. in dormitionem Deiparae semperque Virginis
Mariae, nn. 7 e 14: PG 86 bis, 3293; 3311.
4 San Giovanni Damasceno, Panegirico sulla Dormizione della Madre di Dio,
10: SC 80,107.
5 Severo d'Antiochia, Antijulianistica, Beirut 1931, 194s.
6 San Francesco di Sales, Traité de l'Amour de Dieu, Lib. 7, c. XIII-XIV.
Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XX/1 (1997) p. 1608-1610.
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