59. Modello della maternità della Chiesa

Mercoledì 13 agosto 1997

      [112] 1. È proprio nella maternità divina che il Concilio scorge il fondamento del particolare rapporto che associa Maria alla Chiesa. Leggiamo nella Costituzione dogmatica Lumen gentium che «la Beata Vergine, per il dono e l'ufficio della divina maternità che la unisce col Figlio redentore, e per le sue grazie e funzioni singolari, è pure intimamente unita alla Chiesa».1 A questo medesimo presupposto fa sempre riferimento la citata Costituzione dogmatica sulla Chiesa per illustrare le prerogative di «tipo» e «modello», che la Vergine esercita nei confronti del Corpo Mistico di Cristo: «Infatti, nel mistero della Chiesa, la quale pure è giustamente chiamata madre e vergine, la beata Vergine Maria è andata innanzi, presentandosi in modo eminente e singolare quale vergine e quale madre».2
      La maternità di Maria è definita «eminente e singolare», poiché costituisce un fatto unico e irrepetibile: Maria, infatti, prima di esercitare la sua funzione materna verso gli uomini, è la Madre dell'unigenito Figlio di Dio fatto uomo. La Chiesa, invece, è madre in quanto genera spiritualmente Cristo nei fedeli, ed esercita quindi la sua maternità nei confronti delle membra del Corpo Mistico.
      La Vergine costituisce così per la Chiesa un modello superiore, a motivo proprio dell'unicità della sua prerogativa di Madre di Dio.

      2. La Lumen gentium, nell'approfondire la maternità di Maria, ricorda che essa si è realizzata anche con disposizioni eminenti dell'anima: «Per la sua fede e la sua obbedienza Ella generò sulla ter[113]ra lo stesso Figlio del Padre, senza conoscere uomo, ma sotto l'ombra dello Spirito Santo, come una Eva novella credendo non all'antico serpente, ma al messaggero di Dio, con una fede che non era alterata da nessun dubbio».3
      Da queste parole emerge con chiarezza che la fede e l'obbedienza di Maria nell'Annunciazione costituiscono per la Chiesa virtù da imitare e, in certo senso, danno inizio al suo itinerario materno nel servizio agli uomini chiamati alla salvezza.
      La maternità divina non può essere isolata dalla dimensione universale, attribuitale dal piano salvifico di Dio, che il Concilio non dubita di riconoscere: «Ella ha dato alla luce un Figlio, che Dio ha fatto il primogenito di una moltitudine di fratelli (cf. Rm 8,29), cioè dei fedeli, e alla cui nascita e formazione ella coopera con amore di madre».4

      3. La Chiesa diventa madre, prendendo a modello Maria. A questo proposito il Concilio afferma: «La Chiesa, contemplando l'arcana santità di Maria, imitandone la carità e adempiendo fedelmente la volontà del Padre, per mezzo della Parola di Dio accolta con fedeltà, diventa essa pure madre, poiché con la predicazione e il battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio».5
      Analizzando questa descrizione dell'opera materna della Chiesa, possiamo notare come la nascita del cristiano viene qui legata in un certo modo alla nascita di Gesù, quasi un riflesso di essa: i cristiani sono «concepiti ad opera dello Spirito Santo» e la loro generazione, frutto della predicazione e del battesimo, assomiglia così a quella del Salvatore.
      Inoltre la Chiesa, contemplando Maria, ne imita la carità, la fedele accoglienza della Parola di Dio e la docilità nell'adempimento della volontà del Padre. Realizza, seguendo l'esempio della Vergine, una feconda maternità spirituale.

      [114] 4. La maternità della Chiesa non rende però superflua quella di Maria che, continuando ad esercitare il suo influsso sulla vita dei cristiani, contribuisce a dare alla Chiesa un volto materno. Alla luce di Maria, la maternità della Comunità ecclesiale, che potrebbe apparire alquanto generale, è chiamata a manifestarsi in modo più concreto e personale verso ogni uomo redento da Cristo.
      Mostrandosi Madre di tutti i credenti, Maria suscita in loro rapporti di autentica fraternità spirituale e di dialogo incessante.
      L'esperienza quotidiana di fede, in ogni epoca e in ogni luogo, pone in luce il bisogno che molti sentono di affidare a Maria le necessità della vita di ogni giorno e aprono fiduciosi il loro cuore per domandare la sua materna intercessione ed ottenere la sua rassicurante protezione.
      Le preghiere rivolte a Maria dagli uomini di tutti i tempi, le numerose forme e manifestazioni del culto mariano, i pellegrinaggi ai Santuari ed ai luoghi che ricordano le meraviglie operate da Dio Padre mediante la Madre del suo Figlio, stanno a dimostrare lo straordinario influsso esercitato da Maria sulla vita della Chiesa. L'amore del Popolo di Dio per la Vergine avverte l'esigenza di stringere relazioni personali con la Madre celeste.
      Al tempo stesso la maternità spirituale di Maria sostiene ed incrementa l'esercizio concreto della maternità della Chiesa.

      5. Le due madri: la Chiesa e Maria, sono ambedue essenziali alla vita cristiana. Si potrebbe dire che l'una esercita una maternità più oggettiva, l'altra più interiore.
      La Chiesa si rende madre nella predicazione della Parola di Dio, nell'amministrazione dei sacramenti, ed in particolare nel battesimo, nella celebrazione dell'Eucaristia e nel perdono dei peccati.
      La maternità di Maria si esprime in tutti i campi della diffusione della grazia, particolarmente nel quadro delle relazioni personali.
      Si tratta di due maternità inseparabili: ambedue infatti fanno riconoscere lo stesso amore divino che desidera comunicarsi agli uomini.

NOTE

1 Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 63.
2
Ibidem.
3
Ibidem.
4
Ibidem.
5 Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 64.

Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XX/2 (1997) p. 112-114.

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