Mercoledì 22 novembre 1995
[1181] 1. Dopo aver riflettuto sulla dimensione mariana della vita ecclesiale, ci
accingiamo ora a mettere in luce l'immensa ricchezza spirituale che Maria comunica
alla Chiesa con il suo esempio e la sua intercessione.
Desideriamo innanzitutto fermarci a considerare brevemente alcuni aspetti significativi
della personalità di Maria, che offrono a ciascun fedele indicazioni
preziose per accogliere e realizzare pienamente la propria vocazione.
Maria ci ha preceduto sulla via della fede: credendo al messaggio dell'angelo,
ella accoglie per prima e in modo perfetto il mistero dell'Incarnazione.1
Il suo itinerario di credente inizia ancor prima dell'avvio della maternità
divina e si sviluppa ed approfondisce durante tutta la sua esperienza terrena.
La sua è una fede audace che nell'Annunciazione crede all'umanamente
impossibile e a Cana spinge Gesù a compiere il primo miracolo provocando
la manifestazione dei suoi poteri messianici (cf. Gv 2,1-5).
Maria educa i cristiani a vivere la fede come cammino impegnativo e coinvolgente,
che, in tutte le età e le situazioni della vita, richiede audacia e perseveranza
costante.
2. Alla fede di Maria è legata la sua docilità alla volontà
divina. Credendo alla Parola di Dio, ha potuto accoglierla pienamente nella
[1182] sua esistenza e, mostrandosi disponibile al sovrano disegno divino, ha accettato
tutto ciò che le era richiesto dall'Alto.
La presenza della Vergine nella Chiesa incoraggia così i cristiani a
mettersi ogni giorno in ascolto della Parola del Signore, per comprenderne nelle
diverse vicende quotidiane A disegno di amore, cooperando fedelmente alla sua
realizzazione.
3. Maria educa in tal modo la comunità dei credenti a guardare verso
il futuro con pieno abbandono in Dio. Nell'esperienza personale della Vergine,
la speranza si arricchisce di motivazioni sempre nuove. Sin dalla Annunciazione,
Maria concentra nel Figlio di Dio incarnato nel suo seno verginale le attese
dell'antico Israele. La sua speranza si rafforza nelle fasi successive della
vita nascosta di Nazaret e del ministero pubblico di Gesù. La sua grande
fede nella parola di Cristo, che aveva annunciato la sua risurrezione il terzo
giorno, non l'ha fatta vacillare neppure di fronte al dramma della Croce: ella
ha conservato la speranza nel compimento dell'opera messianica, attendendo senza
tentennamenti, dopo le tenebre del Venerdì santo, il mattino della risurrezione.
Nel suo faticoso incedere nella storia, tra il «già» della
salvezza ricevuta e il «non ancora» della sua piena realizzazione,
la comunità dei credenti sa di poter contare sull'aiuto della «Madre
della Speranza» che, avendo sperimentato la vittoria di Cristo sulle
potenze della morte, le comunica una capacità sempre nuova di attesa
del futuro di Dio e di abbandono alle promesse del Signore.
4. L'esempio di Maria fa meglio apprezzare alla Chiesa il valore del silenzio.
Il silenzio di Maria non è solo sobrietà nel parlare, ma soprattutto
capacità sapienziale di fare memoria e di raccogliere in uno sguardo
di fede il mistero del Verbo fatto uomo e gli eventi della sua esistenza terrena.
È questo silenzio-accoglienza della Parola, questa capacità di meditare
sul mistero di Cristo, che Maria trasmette al popolo credente. In un mondo pieno
di frastuono e di messaggi d'ogni genere, la sua testimonianza fa apprezzare
un silenzio spiritualmente ricco e promuove lo spirito contemplativo.
[1183] Maria testimonia il valore di un'esistenza umile e nascosta. Tutti esigono normalmente,
e quasi talora pretendono, di poter valorizzare appieno la propria persona e
le proprie qualità. Tutti sono sensibili alla stima e all'onore. I Vangeli
riferiscono a più riprese che gli Apostoli ambivano i primi posti nel
regno, discutevano tra loro chi fosse il più grande e che Gesù
dovette dar loro in proposito lezioni sulla necessità dell'umiltà
e del servizio (cf. Mt 18,1-5; 20,20-28; Mc 9,33-37; 10,35-45; Lc 9,46-48; 22,24-27).
Maria, al contrario, non ha mai desiderato gli onori e i vantaggi di una posizione
privilegiata; ha sempre cercato di compiere la volontà divina conducendo
un'esistenza secondo il piano salvifico del Padre.
A quanti non di rado sentono il peso di un'esistenza apparentemente insignificante
Maria svela quanto possa essere preziosa la vita, se vissuta per amore di Cristo
e dei fratelli.
5. Maria, inoltre, testimonia il valore di una vita pura e piena di tenerezza per tutti gli uomini. La bellezza della sua anima, totalmente donata al Signore,
è oggetto di ammirazione per il popolo cristiano. In Maria la comunità
cristiana ha sempre visto un ideale di donna, piena di amore e di tenerezza,
perché ha vissuto nella purezza del cuore e della carne.
Di fronte al cinismo di una certa cultura contemporanea che, troppo spesso,
sembra non riconoscere il valore della castità e banalizza la sessualità
separandola dalla dignità della persona e dal progetto di Dio, la Vergine
Maria propone la testimonianza di una purezza che illumina la coscienza e conduce
ad un amore più grande per le creature e per il Signore.
6. E ancora: ai cristiani di tutti i tempi, Maria appare come colei che prova
per le sofferenze dell'umanità una viva compassione. Tale compassione
non consiste soltanto in una partecipazione affettiva, ma si traduce in un aiuto
efficace e concreto di fronte alle miserie materiali e morali dell'umanità.
La Chiesa, seguendo Maria, è chiamata ad assumere un identico atteggiamento
verso i poveri e tutti i sofferenti della terra. L'attenzione [1184] materna della
Madre del Signore alle lacrime, ai dolori ed alle difficoltà degli uomini
e delle donne di tutti i tempi, deve stimolare i cristiani, in particolar modo
all'avvicinarsi del terzo millennio, a moltiplicare i segni concreti e visibili
di un amore che faccia partecipare gli umili e i sofferenti di oggi alle promesse
e alle speranze del mondo nuovo che nasce dalla Pasqua.
7. L'affetto e la devozione degli uomini per la Madre di Gesù travalicano
i confini visibili della Chiesa e spingono gli animi a sentimenti di riconciliazione.
Come una madre, Maria vuole l'unione di tutti i suoi figli. La sua presenza
nella Chiesa costituisce un invito a conservare l'unanimità di cuore
che regnava nella prima comunità (cf. At 1,14) e, iri conseguenza, a
cercare anche le vie dell'unità e della pace tra tutti gli uomini e le
donne di buona volontà.
Nella sua intercessione presso il Figlio, Maria chiede la grazia dell'unità
del genere umano, in vista della costruzione della civiltà dell'amore,
superando le tendenze alla divisione, le tentazioni della vendetta e dell'odio,
e il fascino perverso della violenza.
8. Il sorriso materno della Vergine, riprodotto in tanta parte dell'iconografia
mariana, manifesta una pienezza di grazia e di pace che vuole comunicarsi. Tale
manifestazione di serenità dello spirito contribuisce efficacemente a
conferire un volto gioioso alla Chiesa.
Accogliendo nell'Annunciazione l'invito dell'angelo a rallegrarsi, (chàire = rallegrati: Lc 1,28), Maria partecipa per prima alla gioia messianica, già
predetta dai profeti per la «figlia di Sion» (cf. Is 12,6; Sof
3,14-15; Zac 9,8) e la trasmette all'umanità di ogni tempo.
Il popolo cristiano, invocandola come «causa nostrae laetitiae»,
scopre in lei la capacità di comunicare la gioia che nasce dalla speranza,
anche in mezzo alle prove della vita, e di guidare chi a lei si affida alla
letizia che non avrà fine.
NOTE
1 Cf. Giovanni Paolo II, Lettera enc. Redemptoris Mater, 13.
Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII/1 (1995) p. 1181-1184
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