61. Modello della santità della Chiesa

Mercoledì 3 Settembre 1997

      [240] 1. Nella Lettera agli Efesini san Paolo illustra il rapporto sponsale tra Cristo e la Chiesa con le seguenti parole: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (Ef 5,25-27).
      Il Concilio Vaticano II riprende le affermazioni dell'Apostolo e ricorda che «la Chiesa ha già raggiunto nella Beatissima Vergine la perfezione», mentre «i fedeli si sforzano ancora di crescere nella santità debellando il peccato».1
      Viene ad essere così sottolineata la differenza che esiste tra i fedeli e Maria, pur appartenendo gli uni e l'altra alla santa Chiesa, resa da Cristo «senza macchia e senza ruga». Infatti, mentre i fedeli ricevono la santità per mezzo del battesimo, Maria è stata preservata da ogni macchia di peccato originale ed anticipatamente redenta da Cristo. I fedeli, inoltre, pur liberati «dalla legge del peccato» (cf. Rm 8,2), possono ancora cedere alla tentazione e la fragilità umana continua a manifestarsi nella loro vita. «Tutti quanti manchiamo in molte cose», afferma la Lettera di Giacomo (Gc 3,2). Per questo il Concilio di Trento insegna: «Nessuno può evitare, nella sua vita intera, ogni peccato anche veniale».2 A questa [241] regola, tuttavia, fa eccezione per divino privilegio la Vergine Immacolata, come lo stesso Concilio di Trento ricorda.3

      2. Nonostante i peccati dei suoi membri, la Chiesa è innanzitutto la comunità di coloro che sono chiamati alla santità e si impegnano ogni giorno a raggiungerla.
      In questo arduo cammino verso la perfezione essi si sentono incoraggiati da Colei che è «modello di virtù». Il Concilio osserva che «la Chiesa, pensando a Lei piamente e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, penetra con venerazione e più profondamente nell'altissimo mistero dell'incarnazione e si va ognor più conformando col suo Sposo».4
      La Chiesa, quindi, guarda a Maria. Non solo contempla il dono meraviglioso della sua pienezza di grazia, ma si sforza di imitare la perfezione che in Lei è frutto della piena adesione al precetto di Cristo: «Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). Maria è la tutta santa. Ella rappresenta per la comunità dei credenti il paradigma dell'autentica santità che si realizza nell'unione con Cristo. La vita terrena della Madre di Dio è infatti caratterizzata dalla perfetta sintonia con la persona del Figlio e dalla totale dedizione all'opera redentrice da Lui compiuta.
      Volgendo lo sguardo alla materna intimità sviluppatasi nel silenzio della vita di Nazaret e perfezionatasi nell'ora del sacrificio, la Chiesa si impegna ad imitarla nel suo quotidiano cammino. In tal modo, essa si conforma sempre più col suo Sposo.
      Unita come Maria alla croce del Redentore, la Chiesa, attraverso le difficoltà, le contraddizioni e le persecuzioni che rinnovano nella sua vita il mistero della Passione del suo Signore, si pone nella costante ricerca della piena configurazione con Lui.

      3. La Chiesa vive di fede, riconoscendo in «colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore» (Lc 1,45), la prima e perfetta espressione della sua fede. Su quest'itinerario di fiducioso abbandono [242] verso il Signore, la Vergine precede i discepoli, aderendo alla Parola divina in un continuo crescendo, che investe tutte le tappe della sua vita e si dilata nella stessa missione della Chiesa.
      Il suo esempio incoraggia il Popolo di Dio a praticare la sua fede e ad approfondirne e svilupparne il contenuto, conservando e meditando nel cuore gli avvenimenti della salvezza.
      Maria diviene per la Chiesa anche modello di speranza. Ascoltando il messaggio dell'angelo, la Vergine orienta per prima la sua speranza verso il Regno senza fine, che Gesù era mandato a stabilire.
      Ella rimane salda presso la croce del Figlio, nell'attesa della realizzazione della divina promessa. Dopo la Pentecoste la Madre di Gesù sostiene la speranza della Chiesa, minacciata dalle persecuzioni. Ella è dunque per la Comunità dei credenti e per i singoli cristiani la Madre della speranza, che incoraggia e guida i suoi figli nell'attesa del Regno, sostenendoli nelle prove quotidiane e in mezzo alle vicende, anche tragiche, della storia.
      In Maria, infine, la Chiesa riconosce il modello della sua carità. Guardando alla situazione della prima comunità cristiana, scopriamo che l'unanimità dei cuori, manifestata in attesa della Pentecoste, è associata alla presenza della Vergine Santa (cf. At 1,14). E grazie proprio alla carità irradiante di Maria è possibile conservare in ogni tempo all'interno della Chiesa la concordia e l'amore fraterno.

      4. Il Concilio sottolinea espressamente il ruolo d'esemplarità, svolto da Maria nei confronti della Chiesa nella sua missione apostolica, con le seguenti annotazioni: «Nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a Colei che generò Cristo, il quale fu concepito da Spirito Santo e nacque dalla Vergine, per poter poi nascere e crescere per mezzo della Chiesa anche nel cuore dei fedeli. La Vergine infatti nella sua vita fu il modello di quell'amore materno, del quale devono essere animati tutti quelli che nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini».5
      [243] Dopo aver cooperato all'opera di salvezza con la maternità, con l'associazione al sacrificio di Cristo e con l'aiuto materno alla Chiesa nascente, Maria continua a sostenere la comunità cristiana e tutti i credenti nel generoso impegno per l'annuncio del Vangelo.

NOTE

1 Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 65.
2 Denz.-Schön., 1573.
3
Ibidem.
4 Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 65.
5
Ibidem.

Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XX/2 (1997) p. 240-243.

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