Mercoledì 5 novembre 1997
[737] 1. Nel corso dei secoli il culto mariano ha conosciuto uno sviluppo ininterrotto.
Esso ha visto fiorire, accanto alle tradizionali feste liturgiche dedicate alla
Madre del Signore, innumerevoli espressioni di pietà, sovente approvate
ed incoraggiate dal Magistero della Chiesa.
Molte devozioni e preghiere mariane costituiscono un prolungamento della stessa
liturgia e talvolta hanno contribuito ad arricchirne l'impianto, come nel caso
dell'Ufficio in onore della Beata Vergine e di altre pie composizioni entrate
a far parte del Breviario.
La prima invocazione mariana conosciuta risale al III secolo ed inizia con le
parole: «Sotto la tua protezione (Sub tuum praesidium) cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio...». Tuttavia, dal secolo XIV, è l'«Ave
Maria» la preghiera alla Vergine più comune tra i cristiani.
Essa, riprendendo le prime parole rivolte dall'Angelo a Maria, introduce i fedeli
alla contemplazione del mistero dell'Incarnazione. La parola latina «Ave»
traduce il vocabolo greco «Chaire»: costituisce un invito alla gioia
e potrebbe essere tradotto con «Rallegrati». L'inno orientale «Akáthistos»
ribadisce con insistenza questo «rallegrati». Nell'Ave Maria la
Vergine viene chiamata «piena di grazia» e così riconosciuta
nella perfezione e nella bellezza della sua anima.
L'espressione «Il Signore è con te» rivela la speciale relazione
personale tra Dio e Maria, che si situa nel grande disegno dell'alleanza di
Dio con tutta l'umanità. Poi la locuzione «Benedetta fra le donne
e benedetto il frutto del tuo seno Gesù», afferma l'attuazione
del disegno divino nel corpo verginale della Figlia di Sion.
[738] Invocando «Santa Maria, Madre di Dio», i cristiani chiedono a Colei
che per singolare privilegio è l'immacolata Madre del Signore: «Prega
per noi peccatori», e si affidano a Lei nell'ora presente e in quella
suprema della morte.
2. Anche la tradizionale preghiera dell'«Angelus» invita a meditare
il mistero dell'Incarnazione, esortando il cristiano a prendere Maria come punto
di riferimento nei diversi momenti della propria giornata per imitarla nella
sua disponibilità a realizzare il piano divino della salvezza. Questa
preghiera ci fa quasi rivivere il grande evento della storia dell'umanità,
l'Incarnazione, a cui già ogni «Ave Maria» fa riferimento.
Sta qui il valore ed il fascino dell'«Angelus», tante volte espresso
non solo da teologi e pastori, ma anche da poeti e pittori.
Nella devozione mariana ha assunto un posto di rilievo il Rosario, che attraverso
la ripetizione delle «Ave Maria» conduce a contemplare i misteri
della fede. Anche questa preghiera semplice, alimentando l'amore del popolo
cristiano per la Madre di Dio, ordina più chiaramente la preghiera mariana
al suo scopo: la glorificazione di Cristo.
Il Papa Paolo VI, come i suoi Predecessori, specialmente Leone XIII, Pio XII
e Giovanni XXIII, tenne in grande considerazione la pratica del Rosario e ne
auspicò la diffusione nelle famiglie. Inoltre, nell'Esortazione apostolica
Marialis cultus, ne illustrò la dottrina, ricordando che trattasi di
«preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell'Incarnazione redentrice»,
e ribadendone l'«orientamento nettamente cristologico».1
Al Rosario sono spesso affiancate dalla pietà popolare le litanie, tra
le quali le più note sono quelle in uso nel Santuario di Loreto e chiamate
perciò «lauretane».
Con invocazioni molto semplici, esse aiutano a concentrarsi sulla persona di
Maria per cogliere la ricchezza spirituale riversata in Lei dall'amore del Padre.
3. Come dimostrano la liturgia e la pietà cristiana, la Chiesa ha sempre
tenuto in grande considerazione il culto verso Maria, ritenen[739]dolo indissolubilmente
legato alla fede in Cristo. Esso, infatti, trova il suo fondamento nel disegno
del Padre, nella volontà del Salvatore e nell'azione ispiratrice del
Paraclito.
Avendo ricevuto da Cristo la salvezza e la grazia, la Vergine è chiamata
a svolgere un ruolo rilevante nella redenzione dell'umanità. Con la devozione
mariana i cristiani riconoscono il valore della presenza di Maria nel cammino
verso la salvezza, ricorrendo a Lei per ottenere ogni genere di grazie. Essi
sanno soprattutto di poter contare sulla sua materna intercessione per ricevere
dal Signore quanto è necessario allo sviluppo della vita divina e al
conseguimento della salvezza eterna.
Come attestano i numerosi titoli attribuiti alla Vergine e i pellegrinaggi ininterrotti
ai santuari mariani, la fiducia dei fedeli verso la Madre di Gesù li
spinge ad invocarla nelle quotidiane necessità.
Essi sono certi che il suo cuore materno non può rimanere insensibile
alle miserie materiali e spirituali dei suoi figli.
Così la devozione alla Madre di Dio, incoraggiando alla fiducia ed alla
spontaneità, contribuisce a rasserenare il clima della vita spirituale
e fa progredire i fedeli sulla via esigente delle beatitudini.
4. Vogliamo infine ricordare che la devozione a Maria, dando rilievo alla dimensione umana dell'Incarnazione, fa meglio scoprire il volto di un Dio che condivide le gioie e le sofferenze dell'umanità, il «Dio con noi», che Ella ha concepito come uomo nel suo seno purissimo, generato, assistito e seguito con ineffabile amore dai giorni di Nazaret e di Betlemme a quelli della Croce e della Risurrezione.
NOTE
1 Paolo VI, Esortazione apostolica Marialis cultus, 46.
Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XX/2 (1997) p. 737-739.
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