7. Maria e il valore della donna

Mercoledì 29 novembre 1995

      [1276] 1. La dottrina mariana, ampiamente sviluppata nel nostro secolo sotto l'aspetto teologico e spirituale, ha assunto recentemente nuova importanza sotto l'aspetto sociologico e pastorale, anche per la miglior comprensione del ruolo della donna nella comunità cristiana e nella società, come emerge da non pochi, significativi interventi del Magistero.
      Sono note le parole del messaggio che, a conclusione dei Concilio Vaticano II, l'8 dicembre 1965, i Padri indirizzarono alle donne di tutto il mondo: «Viene l'ora, l'ora è venuta, in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l'ora in cui la donna acquista nella società un'influenza, un irradiamento, un potere finora mai registrato».1
      Ho ribadito tali affermazioni, qualche anno più tardi, nell'Enciclica Mulieris dignitatem: «La dignità della donna e la sua vocazione – oggetto costante della riflessione umana e cristiana – hanno assunto un rilievo tutto particolare negli anni più recenti».2
      Il ruolo e la dignità della donna sono stati particolarmente rivendicati, in questo secolo, dal movimento femminista, che ha inteso reagire, talora in forme vibrate, contro tutto ciò che, nel passato e nel presente, ha ostacolato la valorizzazione e il pieno sviluppo della personalità femminile, nonché la sua partecipazione alle molteplici manifestazioni della vita sociale e politica.
      [1277] Si tratta di istanze, in gran parte legittime, che hanno contribuito ad una più equilibrata visione della questione femminile nel mondo contemporaneo. Verso tali istanze la Chiesa, soprattutto in epoca recente, ha mostrato singolare attenzione, incoraggiata anche dal fatto che la figura di Maria, se letta alla luce della sua vicenda evangelica, costituisce una valida risposta al desiderio di emancipazione della donna: Maria è l'unica persona umana che realizza in maniera eminente il progetto d'amore divino riguardo all'umanità.

      2. Tale progetto si manifesta già nell'Antico Testamento, con il racconto della creazione, che presenta la prima coppia creata ad immagine di Dio stesso: «Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò» (Gn 1,27). La donna, quindi, non meno dell'uorno, porta in sé la somiglianza con Dio. Vale anche per lei, dal suo apparire sulla terra come risultato dell'opera divina, l'apprezzamento: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gn 1,31). Secondo tale prospettiva, la diversità fra l'uomo e la donna non implica inferiorità di questa, né ineguaglianza, ma costituisce un elemento di novità che arricchisce il disegno divino, manifestandosi come cosa «molto buona».
      Eppure l'intento divino va ben al di là di quello che rivela il Libro della Genesi. In Maria, infatti, Dio ha fatto sorgere una personalità femminile che supera di molto la condizione ordinaria della donna, cosi come emerge nella creazione di Eva. L'eccellenza unica di Maria nel mondo della grazia e la sua perfezione sono frutti della particolare benevolenza divina che vuole elevare tutti, uomini e donne, alla perfezione morale ed alla santità proprie dei figli adottivi di Dio. Maria è la «benedetta fra tutte le donne»; tuttavia, della sua sublime dignità nel piano divino partecipa, in qualche modo, ogni donna.

      3. Il dono singolare fatto alla Madre del Signore non soltanto testimonia quello che potremmo chiamare il rispetto di Dio per la [1278] donna, ma evidenzia, altresì, la considerazione profonda che vi è nei disegni divini per il suo ruolo insostituibile nella storia dell'umanità.
      Le donne hanno bisogno di scoprire questa stima divina per prendere sempre più coscienza della loro elevata dignità. La situazione storica e sociale che ha provocato la reazione del femminismo era caratterizzata da una mancanza di apprezzamento per il valore della donna, costretta spesso ad un ruolo di secondo piano o addirittura marginale. Questo non le ha permesso di esprimere pienamente le ricchezze di intelligenza e di saggezza che racchiude la femminilità. Nel corso della storia, infatti, le donne non di rado hanno sofferto di scarsa considerazione per quanto concerne le loro capacità e, talora, persino di disprezzo e di ingiusti pregiudizi. Si tratta di uno stato di cose che, nonostante significative modifiche, permane purtroppo anche oggi in non poche Nazioni e in non pochi ambienti dei mondo.

      4. La figura di Maria manifesta una tale stima di Dio per la donna da privare di fondamento teoretico ogni forma di discriminazione.
      L'opera mirabile compiuta dal Creatore in Maria offre agli uomini ed alle donne la possibilità di scoprire dimensioni prima non abbastanza percepite della loro condizione. Guardando alla Madre del Signore, le donne potranno meglio comprendere la loro dignità e la grandezza della loro missione. Ma anche gli uomini, alla luce della Vergine Madre, potranno avere una visione più completa ed equilibrata della loro identità, della famiglia e della società.
      L'attenta considerazione della figura di Maria, così come ce la presenta la Sacra Scrittura letta nella fede dalla Chiesa, è ancora più necessaria di fronte alla svalutazione che, talora, ne è stata fatta da alcune correnti femministe. La Vergine di Nazaret è stata presentata, in alcuni casi, come il simbolo della personalità femminile racchiusa in un orizzonte domestico ristretto ed angusto.
      Maria, al contrario, costituisce il modello del pieno sviluppo della vocazione della donna, avendo esercitato, nonostante i limiti oggettivi posti dalla sua condizione sociale, un influsso immenso sul destino dell'umanità e sulla trasformazione della società.

      [1279] 5. La dottrina mariana, inoltre, può mettere in luce i molteplici modi con cui la vita della grazia promuove la bellezza spirituale della donna.
      Dinanzi al vergognoso sfruttamento di chi talvolta rende la donna oggetto senza dignità, destinato alla soddisfazione di turpi passioni, Maria riafferma il senso sublime della bellezza femminile, dono e riflesso della bellezza di Dio.
      È vero che la perfezione della donna, così come si è realizzata appieno in Maria, può sembrare a prima vista un caso eccezionale, senza possibilità d'imitazione, un modello troppo alto per essere imitato. Di fatto, la santità unica di Colei che dal primo istante ha ricevuto il privilegio della concezione immacolata, è stata considerata talvolta come segno di una distanza invalicabile.
      Ma, al contrario, l'eccelsa santità di Maria, lungi dall'essere un freno sulla via della sequela del Signore, è destinata, nel disegno divino, a incoraggiare tutti i cristiani ad aprirsi alla potenza santificatrice della grazia di Dio, cui nulla è impossibile. In Maria, pertanto, tutti sono chiamati a una fiducia totale nell'onnipotenza divina, che trasforma i cuori, guidandoli verso una disponibilità piena al suo provvidenziale progetto d'amore.

NOTE

1 AAS 58 (1966), p. 13.
2 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mulieris dignitatem, 1.

 


Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII/2 (1995) p. 1276-1279

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