Lettera apostolica
TERTIO MILLENNIO ADVENIENTE
del Sommo Pontefice

GIOVANNI PAOLO II

all'episcopato, al clero e ai fedeli
circa la preparazione del Giubileo dell'anno 2000

10 novembre 1994

Ai Vescovi
Ai sacerdoti e ai diaconi
Ai religiosi e alle religiose
A tutti i fedeli laici

[Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVII/2 (1994) p. 708-709. Cf. AAS 87 (1995) p. 5-6]

      [708] 1. Mentre ormai s'avvicina il terzo millennio della nuova era, il pensiero va spontaneamente alle parole dell'apostolo Paolo: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4, 4). La pienezza del tempo si identifica con il mistero dell'Incarnazione del Verbo, Figlio consustanziale al Padre e con il mistero della Redenzione del mondo. San Paolo sottolinea in questo brano che il Figlio di Dio è nato da donna, nato sotto la Legge, venuto nel mondo per riscattare quanti erano sotto la Legge, affinché potessero ricevere l'adozione a figli. Ed aggiunge: «Che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!». La sua conclusione è davvero consolante: «Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio» (Gal 4, 6-7).
      
Questa presentazione paolina del mistero della Incarnazione contiene la rivelazione del mistero trinitario e della continuazione della missione del Figlio nella missione dello Spirito Santo. L'Incarnazione del Figlio di Dio, il suo concepimento, la sua nascita sono il presupposto dell'invio dello Spirito Santo. Il testo di san Paolo lascia così trasparire la pienezza del mistero dell'Incarnazione redentrice.

      2. Nel suo Vangelo Luca ci ha trasmesso una concisa descrizione delle circostanze riguardanti la nascita di Gesù: «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra [...]. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, [709] lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo» (Lc 2, 1.3-7).
      
Si compiva così quanto l'angelo Gabriele aveva predetto nell'Annunciazione. Alla Vergine di Nazaret egli si era rivolto con queste parole: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1, 28). Queste parole avevano turbato Maria e per questo il Messaggero divino si era affrettato ad aggiungere: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo [...]. Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio» (Lc 1, 30- 32.35). La risposta di Maria all'angelico messaggio fu univoca: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1, 38). Mai nella storia dell'uomo tanto dipese, come allora, dal consenso dell'umana creatura.1 [...]

[Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVII/2 (1994) p. 710. Cf. AAS 87 (1995) p. 7]

      [710] 4. Cristo, Redentore del mondo, è l'unico Mediatore tra Dio e gli uomini e non vi è un altro nome sotto il cielo nel quale possiamo essere salvati (cf. At 4, 12). Leggiamo nella Lettera agli Efesini: in Lui «abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Dio l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza [...] secondo quanto, nella sua benevolenza, aveva in Lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi» (Ef 1, 7-10). Cristo, Figlio consustanziale al Padre, è dunque Colui che rivela il disegno di Dio nei riguardi di tutta la creazione e, in particolare, nei riguardi dell'uomo. Come afferma in modo suggestivo il Concilio Vaticano II, Egli «svela ... pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione».2 Gli mostra questa vocazione rivelando il mistero del Padre e del suo amore. «Immagine del Dio invisibile», Cristo è l'uomo perfetto che ha restituito ai figli di Adamo la somiglianza con Dio deformata dal peccato. Nella sua natura umana, immune da ogni peccato ed assunta nella Persona divina del Verbo, la natura comune ad ogni essere umano viene elevata ad altissima dignità: «Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato».3[...]

[Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVII/2 (1994) p. 733. Cf. AAS 87 (1995) p. 31]

b) Seconda fase

      [733] 39. Sulla base di questa vasta azione sensibilizzatrice sarà poi possibile affrontare la seconda fase, quella propriamente preparatoria. Essa si svilupperà nell'arco di tre anni, dal 1997 al 1999. La struttura ideale per tale triennio, centrato su Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, non può che essere teologica, cioè trinitaria. [...]

I anno: Gesù Cristo

[Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVII/2 (1994) p. 735. Cf. AAS 87 (1995) p. 32-33]

      [735] 43. La Vergine Santa, che sarà presente in modo per così dire «trasversale» lungo tutta la fase preparatoria, verrà contemplata in questo primo anno soprattutto nel mistero della sua divina Maternità. È nel suo grembo che il Verbo si è fatto carne! L'affermazione della centralità di Cristo non può essere dunque disgiunta dal riconoscimento del ruolo svolto dalla sua Santissima Madre. Il suo culto, se ben illuminato, in nessun modo può portare detrimento «alla dignità e all'efficacia di Cristo, unico Mediatore».28 Maria infatti addita perennemente il suo Figlio divino e si propone a tutti i credenti come modello di fede vissuta. «La Chiesa, pensando a Lei piamente e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, penetra con venerazione e più profondamente nell'altissimo mistero dell'Incarnazione e si va ognor più conformando al suo Sposo».29

II anno: lo Spirito Santo

[Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVII/2 (1994) p. 733. Cf. AAS 87 (1995) p. 35]

      [737] 48. Maria, che concepì il Verbo incarnato per opera dello Spirito Santo e che poi in tutta la propria esistenza si lasciò guidare dalla sua azione interiore, sarà contemplata e imitata nel corso di quest'anno soprattutto come la donna docile alla voce dello Spirito, donna del silenzio e dell'ascolto, donna di speranza, che seppe accogliere come Abramo la volontà di Dio «sperando contro ogni speranza» (Rm 4, 18). Ella ha portato a piena espressione l'anelito dei poveri di Jahvé, risplendendo come modello per quanti si affidano con tutto il cuore alle promesse di Dio. [...]

III anno: Dio Padre

[Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVII/2 (1994) p. 740. Cf. AAS 87 (1995) p. 37]

      54. In tutto questo ampio orizzonte di impegni, Maria Santissima, figlia prescelta del Padre, sarà presente allo sguardo dei credenti come esempio perfetto di amore, sia verso Dio che verso il prossimo. Come Ella stessa afferma nel cantico del Magnificat, grandi cose ha fatto in lei l'Onnipotente, il cui nome è Santo (cf. Lc 1, 49). Il Padre ha scelto Maria per una missione unica nella storia della salvezza: quella di essere Madre dell'atteso Salvatore. La Vergine ha risposto alla chiamata di Dio con una piena disponibilità: «Eccomi, sono la serva del Signore» (Lc 1, 38). La sua maternità, iniziata a Nazaret e vissuta sommamente a Gerusalemme sotto la Croce, sarà sentita in quest'anno come affettuoso e pressante invito rivolto a tutti i figli di Dio, perché facciano ritorno alla casa del Padre ascoltando la sua voce materna: «Fate quello che Cristo vi dirà» (cf. Gv 2, 5).

[Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVII/2 (1994) p. 743. Cf. AAS 87 (1995) p. 40-41]

      [743] 59. [...] Affido questo impegno di tutta la Chiesa alla celeste intercessione di Maria, Madre del Redentore. Ella, la Madre del bell'amore, sarà per i cristiani incamminati verso il grande Giubileo del terzo millennio la Stella che ne guida con sicurezza i passi incontro al Signore. L'umile Fanciulla di Nazaret, che duemila anni fa offerse al mondo il Verbo incarnato, orienti l'umanità del nuovo millennio verso Colui che è «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1, 9).

      Con questi sentimenti a tutti imparto la mia Benedizione.

      Dal Vaticano, il 10 novembre dell'anno 1994, diciassettesimo di Pontificato.

GIOVANNI PAOLO II

 

NOTE

1 Cf. S. Bernardo, In laudibus Virginis Matris, Homilia IV, 8: Opera omnia, Edit. Cisterc. 4 (1966), 53.
2 Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 22.
3 Ibid.

28 Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 62.
29
Ibid., 65.

[Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVII/2 (1994) p. 708-743. Cf. AAS 87 (1995) p. 5-41.


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