Celebrazione eucaristica e mistero della Croce: un legame profondo e indissolubile


[535] Cari fratelli e sorelle!




      Mercoledì prossimo, 14 settembre, celebreremo la festa liturgica dell’Esaltazione della santa Croce. Nell’Anno dedicato all’Eucaristia, questa ricorrenza acquista un significato particolare: ci invita a meditare sul profondo e indissolubile legame che unisce la celebrazione eucaristica e il mistero della Croce. Ogni santa Messa, infatti, rende attuale il sacrificio redentore di Cristo. Al Golgota e all’«ora” della morte in croce - scrive l’amato Giovanni Paolo II nell’Enciclica 
Ecclesia de Eucharistia - «si riporta spiritualmente ogni presbitero che celebra la santa Messa, insieme con la comunità cristiana che vi partecipa» (1). L’Eucaristia è dunque il memoriale dell’intero mistero pasquale: passione, morte, discesa agli inferi, risurrezione e ascensione al cielo, e la Croce è la manifestazione toccante dell’atto d’amore infinito con il quale il Figlio di Dio ha salvato l’uomo e il mondo dal peccato e dalla morte. Per questo il segno della Croce è il gesto fondamentale della preghiera del cristiano. Segnare se stessi con il segno della Croce è pronunciare un sì visibile e pubblico a Colui che è morto per noi e che è risorto, al Dio che nell’umiltà e debolezza [536] del suo amore è l’Onnipotente, più forte di tutta la potenza e l’intelligenza del mondo.
      Dopo la consacrazione, l’assemblea dei fedeli, consapevole di essere alla reale presenza di Cristo crocifisso e risorto, così acclama: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta». Con gli occhi della fede la Comunità riconosce Gesù vivo con i segni della sua passione e, insieme a Tommaso, piena di stupore, può ripetere: «Mio Signore e mio Dio!» (2). L’Eucaristia è mistero di morte e di gloria come la Croce, che non è un incidente di percorso, ma il passaggio attraverso cui Cristo è entrato nella sua gloria (3) e ha riconciliato l’umanità intera, sconfiggendo ogni inimicizia. Per questo la liturgia ci invita a pregare con fiduciosa speranza: Mane nobiscum Domine! Resta con noi, Signore, che con la tua santa Croce hai redento il mondo!
      Maria, presente sul Calvario presso la Croce, è ugualmente presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche(4). Per questo, nessuno meglio di lei può insegnarci a comprendere e vivere con fede e amore la santa Messa, unendoci al sacrificio redentore di Cristo. Quando riceviamo la santa Comunione anche noi, come Maria e a lei uniti, ci stringiamo al legno, che Gesù col suo amore ha trasformato in strumento di salvezza, e pronunciamo il nostro «Amen», il nostro «sì» all’Amore crocifisso e risorto.


Note


1 Ioannis Pauli II, Ecclesia de Eucharistia, 4.
2 Io. 20, 28.
3 Cfr. Luc. 24, 26.
4 Cfr.  Ioannis Pauli II, Ecclesia de Eucharistia, 57.

Insegnamenti di Benedetto XVI, I (2005) p. 535-536.

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